Anche quest’anno la festa della Madonna del Carmine ha riunito la famiglia carmelitana e i suoi amici.
A S. Isidoro, la Novena con il canto delle litanie, accompagnato in musica da P. Giorgio Sani, ci ha permesso di farci via via più vicini, di contemplare e gioire di Maria Fiore del Carmelo, di rassicurarci dell’appartenenza a quello stesso giardino.
La celebrazione della Messa della Vigilia officiata da P. Massimiliano Paolucci ocd, ha visto la partecipazione di numerosi amici del Carmelo che hanno poi accompagnato Maria in processione per le strade campestri del villaggio. Innalzata su un carro tirato da una coppia di possenti buoi, l’effigie della Madonna, seguita dai fedeli, richiamava efficacemente la nostra realtà esistenziale: siamo figli e fratelli in cammino, Lei cammina con noi per consegnarci al Figlio suo, all’Amore perché possiamo vivere in pienezza la nostra umanità.
Al rientro della processione nella piazza antistante la chiesa, l’offerta di fiori da parte di mamme e bambini ha accolto la Madonna e lo scoppio di fuochi d’artificio, sobrii ma belli come tutto il resto, ha suggellato la gioia della giornata, l’attesa del compimento che la vigilia porta con sé.
Don Davide Piras, giovane sacerdote amico carissimo dei nostri Padri, ha celebrato la santa messa del giorno di festa annunciando a gran voce nell’omelia la sua passione per Maria Madre e Regina.
Al Monastero Nazareth del Verbo Incarnato, le monache carmelitane scalze hanno fatto festa con la solenne liturgia eucaristica celebrata dall’Arcivescovo Mons. Arrigo Miglio. A tutte le celebrazioni hanno partecipato i nostri P. Giorgio, P. Francesco e P. Gabriele ai quali va tutta la nostra gratitudine per il prezioso servizio svolto.
Alla nostra Madre e Regina un grazie sconfinato per averci riuniti ancora una volta in un luogo, il convento carmelitano, il nostro piccolo giardino dove si può crescere, fiorire e portare frutto.
Perché Madre, Tu lo sai!
C’è bisogno di un posto
Di un momento nella storia
In cui possa aver luogo un Incontro
E pure di fratelli c’è bisogno, di padri che ci guardino con occhi di misericordia
Perché noi siamo ancora di terra, Madre cara, e la terra ha bisogno di cura per dare frutto.
Nelle Tue mani le nostre attese.
M.P., ocds