venerdì 10 ottobre 2014

Recital nel Carcere di Cagliari su San Giovanni della Croce (08/10/2014) - reportage

mercoledì 8 ottobre 2014

Carcere di Cagliari (Buoncammino ) - Biblioteca Detenuti

Recital con canto e poesia su San Giovanni della Croce




Nel viale Buoncammino, storica e alberata passeggiata sull'acropoli della città di Cagliari, a poche decine di metri dal quartiere di Castello, si erge il carcere ottocentesto della città. Alle 14.15 di un afoso mercoledì di ottobre si sono dati appuntamento, di fronte all'ingresso dell'Istituto penitenziario, le sorelle della fraternità OCDS di Cagliari con la nuova presidente Michela e p.Gabriele priore del convento dei Carmelitani Scalzi in Sant'Isidoro (Cagliari). Viene ad accoglierli Claudio, un fratello della stessa fraternità che, in quanto Responsabile dell'Area Educativa, coordina anche le attività socio-culturali del carcere di Buoncammino. C'è un po' di ansia per una esperienza nuova e diversa dal solito, e all'ingresso non manca qualche piccola difficoltà: autorizzazioni che non si trovano, chiavi degli armadietti che scompaiono, foto che non vengono autorizzate.






Il gruppetto attraversa rapidamente la prima e seconda portineria, e in un attimo è all'interno. L'ambiente mostra segni di trascuratezza, e (per chi lo sa) preannuncia l'imminente dismissione della vecchia struttura. Sul corridoio che va verso la Sezione detentiva sinistra - ecco - si apre una piccola porta blindata con vetro che dà in un ambiente rettangolare, accogliente nelle sue tonalità pastello, sobriamente ma accuratamente arredato. L'alto soffitto con volta a crociera, gli scaffali con le linee di libri ben ordinati, il banco per il reference e il prestito librario e alcuni tavoli da lettura, fanno pensare di essere in una biblioteca di quartiere o di un piccolo paese.




Le sedie sono state disposte in cerchio, e vengono ad accogliere i visitatori alcune persone. Sarà difficile distinguere tra loro, i detenuti dagli operatori dell'Istituto. Tutti sembrano accoglienti e cordiali. Viene anche offerto un caffè, preparato in loco! Claudio introduce l'incontro e presenta gli Educatori, i volontari, il gruppo di detenuti "BiblioCaffè Ristretti" (che ha curato la preparazione del recital, sotto la supervisione dello staff educativo) e il Coro dei detenuti di Buoncammino. E' una occasione un po' particolare, normalmente sono operatori esterni (autori, artisti, docenti ed esperti in varie materie) che offrono ai detenuti la loro esperienza e conoscenza; stavolta avviene l'inverso e, ad un gruppo "qualificato" di persone esterne, viene proposto dai detenuti stessi una tematica che li riguarda.





Giulio V., l'Educatore che coordina il settore culturale, fa partire sullo schermo a 50 pollici della Biblioteca un video di Giuni Russo, cantato sulle poesie di Giovanni della Croce. Creatosi rapidamente quel clima di silenzio necessario, prende la parola uno dei componenti del gruppo "BiblioCaffè Ristretti", e racconta come sia nata l'idea di costruire un recital su San Giovanni della Croce, cogliendo altresì ispirazione dall'episodio biografico della sua incarcerazione, quale momento analogico della loro stessa esperienza di detenuti; recital focalizzato non tanto sugli aspetti mistico-spirituali, quanto su quelli artistici ed esistenziali di colui che è considerato uno dei massimi esponenti della poesia classica spagnola. Da un altro compagno vengono dunque ripercorsi meticolosamente gli eventi biografici della vita del Santo, intervallati dal suono delle launeddas suonate da Giulio P., noto esperto di questo antico strumento musicale sardo a fiato. Altri interventi approfondiscono gli aspetti della vita e del pensiero del co-fondatore del Carmelo riformato, altri ancora declamano strofe del "Cantico Spirituale", che, seppur prive di qualsivoglia dizione teatrale, coinvolgono l'interlocutore per la veracità e talvolta l'asprezza delle intonazioni. Antonangelo ne ha anche elaborato una traduzione in lingua sarda, e di questa versione ne vengono cantate alcune strofe da Gigi O., direttore del Coro di Buoncammino, accompagnato dagli stessi componenti e dal suono delle launeddas. Un ultimo video, cantato da Loreena McKennitt, anch'essa sulle liriche di Giovanni della Croce, chiude il recital.

E' difficile spezzare il silenzio e il clima di emozione che si è creato. Il Responsabile dell'Area Educativa, nel ringraziare tutti i partecipanti invita infine i presenti a contribuire con un piccolo pensiero, su quanto appena vissuto. L'impressione generale che emerge, suggerita dall'intensità dei testi e dalla musica, è quella di una esperienza pregna di bellezza, un dono ben preparato dal gruppo dei detenuti e ben accolto da coloro che sono venuti; un invito a fare le piccole cose con amore, persino in un luogo considerato triste per definizione.  Il priore p.Gabriele, a nome di tutta la comunità carmelitana, dona alla Biblioteca del carcere alcuni libri relativi ai Santi Carmelitani e un crocifisso in ceramica. I convenuti sciolgono l'incontro non senza fatica, gustando e meditando ciò che si è appena vissuto, pensando magari a qualche ulteriore occasione per continuare a sviluppare quel seme di incontro reciproco che è stato gettato.




(testo Claudio Massa; photo Tiziana Laconi)

1 commento:

  1. J+M
    Mercoledì 8 ottobre anche io ero tra le persone che hanno potuto gustare la bellezza di questo recital organizzato dal gruppo "Bibliocafferistretti". Dentro la stanza non riuscivo a rendermi conto di chi erano i detenuti, chi gli ospiti e chi gli educatori, ma la sensazione che ho avuto è stata che tutti eravamo prigionieri dei versi di San Giovanni della Croce e dell'amore che lui riesce a trasmettere malgrado la diversità dei tempi che corrono.... lui che parla di questo suo grande amore per il Signore riesce sempre ad essere attuale. Mi hanno fatto conoscere il lato artistico in cui un fondatore dell'ordine carmelitano riesce ad esprimere quello che è il carisma del carmelo. La "CONTEMPLAZIONE" che già dalla prima strofa comprendiamo dove ci vuole condurre : alla vetta piu alta dell'unione contemplativa con Dio, il "SILENZIO" con il quale abbiamo ascoltato il parlare all'AMATO attraverso quei versi, la "PREGHIERA" attraverso il canto della corale ha fatto aprire il cuore di ciascuno di noi all"ORAZIONE" perché sono sicura che ogni presente ha sentito nel suo intimo l'unione con Colui che ci ha chiamato ad essere lì. La " SOBRIETA "( la semplicita) con la quale questi attori in erba hanno recitato versi cosi ricchi di sentimenti è stata sconvolgente.
    Il tempo è volato via in un niente e al momento di esprimere il mio GRAZIE per ciò che ho provato nel mio cuore una commozione grande ha presso il sopravvento sulle parole che con grande difficoltà sono uscite dalla mia bocca. Li porto tutti nella mia preghiera quotidiana e nel cuore sperando che ci sia presto un nuovo incontro per condividere altre esperienze, dove scopprire la bellezza di essere figli dello stesso Dio.
                                                                     Tiziana un aspirante al carmelo.

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